Testimonianza su Medjugorje di suor Rastislava Ralbovsky

Testimonianza su Medjugorje di suor Rastislava Ralbovsky

Suor Rastislava Ralbovsky appartiene alla provincia croata dell’ordine delle Suore Misericordine della Santa Croce, con sede a Đakovo. Lei ha dato inizio al Pellegrinaggio a Medjugorje per persone con invalidità che, nel giugno di quest’anno, si svolgerà per la quinta volta. Nel corso del Festival dei Giovani del 2015, suor Rastislava ha parlato del suo legame con Medjugorje, dove è venuta per la prima volta nel 1981: “La maggior parte delle persone che vengono a Medjugorje ha qualche particolare necessità o intenzioni particolari. Così, anche tra i giovani venuti in pellegrinaggio con me, alcuni erano in crisi esistenziali per problemi familiari, dipendenze o difficoltà psichiche. Così è nato un gruppo che si propone di dar loro un sostegno. Col passare del tempo esso si è sviluppato, ed ora è tra i programmi a cui dedichiamo molta sollecitudine ed amore. Nel 1997, con l’aiuto di fra Slavko, abbiamo iniziato a organizzare pellegrinaggi per persone con invalidità e, da allora ad oggi, veniamo ogni anno. Ora, per la gioia di tutti, quell’iniziativa ha preso la forma di un incontro internazionale. È una gran cosa che la parrocchia di Medjugorje, oltre ad un programma ben organizzato, offra a questi pellegrini vitto e alloggio gratuiti. Qui, dalla Mamma, anche noi sani impariamo a cogliere il valore di queste persone, e a renderci conto che riceviamo da loro molto amore e gioia. I parrocchiani di Medjugorje, che hanno ospitato pellegrini con invalidità, testimoniano di aver ricevuto più di quanto hanno dato. Ho portato a Medjugorje anche altri gruppi ed il tutto si è sviluppato come frutto di Medjugorje, in silenzio e senza pubblicità. Cosa vuol dire aiutare spiritualmente? Di solito pensiamo che voglia dire aiutare una persona a sbarazzarsi della sua croce, ma questo non è sempre possibile. Ad esempio, con una persona portatrice di handicap o con persone malate psichicamente, che hanno una diagnosi permanente, noi ci troviamo di fronte a situazioni che è difficile cambiare. Certo, Dio può sempre fare un miracolo, ma solitamente si tratta di condizioni di vita che caratterizzano, con le loro conseguenze, l’intera esistenza. La croce rimane sempre un mistero. Io cerco di fare quello che ho imparato dalla Madonna: stare vicino a queste persone, esserci per loro anche quando non so cosa fare per loro. Creare per loro uno spazio in cui si sentano amate ed accolte e possano percepire la loro dignità. Dio ama quelle persone e non fa differenze tra loro e noi sani. Quello che ritengo importante è far vivere loro l’esperienza di essere amate; renderle consapevoli che, anche se malate, hanno un valore e una dignità. Bisogna fare molto per loro. La Madonna mi ha insegnato che, anche in questo ambito, bisogna portare ciò che Gesù ha lasciato alla sua Chiesa, ossia la dimensione spirituale. Così è nato anche il laboratorio spirituale di San Giuseppe, che riunisce persone con difficoltà psichiche, i loro genitori ed amici. Ci siamo poi anche uniti al movimento internazionale “Fede e Luce” e ad un gruppo di sostegno, che riunisce giovani con difficoltà di vita di varia natura, soprattutto psichica. Il legame con questo gruppo è nato spontaneamente e si sta rivelando molto proficuo. I giovani vengono come volontari ed amici per aiutare le persone con invalidità. È bene stare vicino alle persone che soffrono”.

Fonte:http://www.medjugorje.hr