Recitiamo insieme la più antica lode alla Vergine che si conosca

La più antica preghiera a Maria è scritta in greco su un papiro egiziano del sec. III.

Preghiera a Maria
Preghiera a Maria

La preghiera in questione ha un’eccezionale importanza viene dal fatto che vi compare il titolo di “Madre di Dio” molto prima del solenne pronunciamento del Concilio di Efeso (431).

Variamente assunto nelle liturgie d’Oriente ed Occidente, il testo ha conosciuto una lunga tradizione, ispirando altre preghiere alla Vergine.

Oggi, nei termini indicati, compare nella Liturgia delle Ore, proposta come antifona mariana a conclusione di Compieta. Può essere convenientemente pregata anche al termine del Rosario. Rivolta direttamente a Maria, la preghiera si presenta sobria e precisa nelle titolazioni, semplice ed incisiva nella supplica. Gli oranti mirano all’essenziale: si appellano fiduciosi a Colei, la cui misericordia e capacità di soccorso si concentrano nella sua dignità di Vergine Madre di Dio. La formulazione concitata della prima riga: sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, lascia spazio nella seconda alla serenità dell’invocazione piena di fede: santa Madre di Dio. Come evidenzia bene la melodia gregoriana del testo latino, sembra quasi di vedere gli oranti che, dopo frettoloso accordarsi su dove accorrere per trovare protezione, giungono a pronunciare la loro supplica davanti a Colei che sanno essere sicuro rifugio. Il profondo convincimento che muove l’accorata preghiera è la maternità divina di Maria: rimandando al mistero di Cristo, tale straordinaria maternità non dice distanza-separazione da coloro che sono nella prova, bensì apertura certa del cuore verso di essi.

Generando il Dio-Uomo, Maria ha generato la salvezza dell’umanità bisognosa di essere soccorsa e liberata.

Pensiamo alle celebri immagini che raffigurano santa Maria nell’atto di stendere il suo manto per accogliere e difendere, sotto di esso, quanti la cercano con amore. La supplica è sviluppata in modo bipartito (un po’ come la finale del “Padre nostro”). La prima domanda è in forma negativa: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova. Non è certo questa una mancanza di fiducia nella scarsa attenzione di Maria, quasi ella sia poco incline ad esaudire chi la invoca, quanto piuttosto l’insistenza sulla preziosità del suo aiuto per chi ne ha davvero bisogno, pur se consapevole della propria indegnità. La seconda domanda, posta in forma positiva: liberaci, chiede l’intervento attivo di Maria, in vista della liberazione da ogni pericolo, sia spirituale che materiale. Risalta così l’asserzione della potente mediazione materna di Maria, in ragione della sua cooperazione al mistero della redenzione operata dal Figlio. La preghiera si chiude con un’esclamazione laudativa, sigillata nella confessione dell’unicità ed eccellenza di Maria: o Vergine gloriosa e benedetta.

La melodia gregoriana, nervosa e rapida nella supplica, sembra attardarsi al momento del congedo, quasi a significare un respiro di sollievo dopo il concitato accorrere a cercare protezione dalla Madre di Dio. Gli aggettivi che qualificano la Vergine, sottolineano la grandezza dell’opera compiuta in lei dalla Gloria divina, e la benedizione già riconosciutale da Elisabetta: “Benedetta tu fra le donne!” (Lc 1,42).

Preghiera a Maria

MARIA MADRE DI DIO PREGA PER NOI!