Medjugorje: ‘chi prega non ha paura del futuro e chi digiuna non ha paura del male!’

Medjugorje: ‘chi prega non ha paura del futuro e chi digiuna non ha paura del male!’

Medjugorje
Medjugorje

In questi igorni di terrore in tutto il mondo causatedal Coronavirus (ma anche la guerra, la fame, la povertà devono farci il solito effetto drammatico!) è bene rileggere un messaggio particolare che viene da Medjugorje. Ve lo proponiamo a seguire.

” Chi prega non ha paura del futuro e chi digiuna non ha paura del male. Vi ripeto ancora una volta: solo con la preghiera e il digiuno anche le guerre si possono fermare, le guerre della vostra incredulità e della paura per il futuro” ( Dal messaggio della Regina della Pace a Medjugorje del 25 gennaio 2001)

Il digiuno proposto dalla Madonna di Medjugorje è solo una delle forme di digiuno incoraggiate dalla Chiesa fin dalle sue origini. Ma perché si digiuna? Quali sono i vantaggi fisici e spirituali di questa pratica? E ancora, quali sono le regole per sottoporsi al digiuno in modo corretto?

Il digiuno è una pratica professata dai cristiani come forma di penitenza e regolata da norme precise. Anzi, possiamo affermare che il digiuno e l’astinenza fanno parte della vita del fedele, così come la preghiera, l’elemosina e le opere di carità. Sono tutti modi con cui il cristiano si avvicina a Dio, dimostrandosi degno del Suo Regno. Sono strumenti finalizzati a chiedere perdono per i propri peccati e supplicare per l’aiuto del Padre nei momenti di difficoltà. Nell’Antico Testamento si credeva che praticare il digiuno potesse addirittura salvare in caso di catastrofe!
I cristiani praticano il digiuno durante alcuni giorni dell’anno, in particolare in concomitanza con festività solenni, e questo conferisce al digiuno e all’astinenza un valore anche sociale e comunitario, perché ad essi non è chiamato solo il singolo credente, ma l’intera comunità cristiana.

Per addentrarci nelle ragioni e nei vantaggi di questa pratica dobbiamo considerare innanzitutto le ragioni Cristiane di queste pratiche, come esse sono state regolamentate nel tempo, e la differenza tra digiuno ecclesiastico astinenza.

Gesù non imponeva il digiuno ai suoi discepoli, anche se, come appartenenti al popolo ebraico, tutti loro lo praticavano. Gesù rispettava la pratica e il valore del digiuno in uso presso il suo popolo di appartenenza, nel suo senso più interiore e religioso. Per lui digiuno, preghiera ed elemosina sono un atto di offerta e di amore al Padre “che è nel segreto” e “che vede nel segreto” (Mt 6,18). Gesù stesso affronta quaranta giorni di digiuno nel deserto per prepararsi ad adempiere al suo compito e ad affrontare il proprio destino per la salvezza degli uomini e il trionfo dell’amore di Dio.

A lungo la Chiesa impose il digiuno due volte la settimana, il mercoledì e il venerdì. Il digiuno del venerdì era un modo per celebrare e onorare la passione e la morte di Gesù. Il digiuno del mercoledì, invece, manifestava l’amore dei fedeli per Gesù ricordando il mercoledì della settimana santa, quando Giuda andò dai farisei e fissò con loro il prezzo del suo tradimento.