“Nascerà per noi un bambino, sarà chiamato Dio onnipotente, e saranno in lui benedette tutte le nazioni del mondo. Benedetto il Signore, Dio di Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo. O Emanuele, Dio con noi, attesa dei popoli e nostro liberatore, vieni a salvarci con la tua presenza”.
Natale è vicino, e Natale è pace. Vuol dire pace con Dio, col quale Cristo ci ha riconciliati, e vuol dire pace interiore, dentro noi stessi, nelle coscienze, nei cuori: l’abbiamo noi questa pace? Vuol dire pace nelle famiglie. Non è il Natale la festa dell’intimità domestica? Vuol dire pace sociale.
Non siamo tutti fratelli? Vuol dire ancora: pace fra le Nazioni, della quale abbiamo ancora, dopo l’ultima guerra mondiale, l’alto e ansioso ideale, ma lo andiamo tradendo e perdendo, con nuove interminabili guerre locali, con la gara di armamenti sempre più costosi e formidabili, con l’insorgenza delle ideologie irriducibilmente avversarie, dei razzismi esclusivisti ed egoisti e con il facile ricorso alla oppressione e alla violenza. Per questa pace internazionale dobbiamo particolarmente pregare. (Dai discorsi di Paolo VI)
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che egli ama”. È il canto degli Angeli sulla grotta di Betlemme. E’ un canto di pace. La pace è un dono che viene dall’alto: solo quando si è in pace con Dio ci sarà pace con i fratelli. La pace che dobbiamo cercare, anche rispetto agli altri, è la pace del cuore, è quello stato d’animo di giustizia, di bontà, di serenità, che ci rende rispettosi e benevoli verso tutti, e toglie dal nostro animo quei sentimenti che interrompono la circolazione dell’amore del prossimo. Prima di essere sociale, la pace è personale. Ed è proprio questo spirito di pace, che è dovere di ogni vero seguace di Cristo. È un frutto della carità. Se veramente desideriamo essere cristiani, dobbiamo amare la pace, dobbiamo meditare sul significato reale della pace, dobbiamo conformare la nostra mente a pensieri di pace.
In quel tempo l’angelo disse a Maria: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo.
Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei (Lc 1,35-38).
Lo Spirito Santo, quando incontra la risposta obbediente e disponibile dell’uomo, diventa fonte di vita, come vento che soffiando sui campi porta in giro vita per nuovi fiori. Maria, con il suo sì, ha consentito la nascita del Salvatore e ha insegnato a noi ad accogliere la salvezza.
Impegno personale: se ne ho la possibilità, parteciperò oggi alla S. Messa e riceverò l’Eucaristia, facendo nascere Gesù dentro di me. Stasera nell’esame di coscienza metterò di fronte al Signore l’obbedienza ai miei impegni di fede.