Mara Santangelo, la campionessa che ha trovato la fede grazie alla Madonna e ai Santi
Medjugorje si conferma meta di pellegrinaggio e riflessione spirituale, tra riconoscimento ecclesiastico, testimonianze dei veggenti e iniziative dedicate ai giovani
Nel cuore della Bosnia-Erzegovina, Medjugorje continua a essere un punto di riferimento spirituale di rilievo internazionale, grazie alle apparizioni mariane che da oltre quattro decenni coinvolgono sei veggenti. La notorietà di questo piccolo villaggio, un tempo sconosciuto, è cresciuta esponenzialmente dall’estate del 1981, quando la Madonna avrebbe iniziato a manifestarsi a questi giovani testimoni, diffondendo messaggi di pace, conversione e speranza a un pubblico globale.
Dopo anni di attenta analisi, la Chiesa cattolica ha compiuto passi significativi verso una presa di posizione ufficiale. Nel settembre 2024, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha pubblicato il documento «La Regina della Pace. Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje», che sancisce il riconoscimento del culto pubblico della Madonna nella parrocchia di San Giacomo Apostolo, affidata ai frati minori. Il testo sottolinea gli «abbondanti frutti spirituali» prodotti da questa realtà, anche se non si esprime in modo definitivo sulla natura soprannaturale degli eventi.
Questo passaggio rappresenta un importante nihil obstat ecclesiastico, che autorizza i fedeli a vivere liberamente il messaggio di Medjugorje senza timori di contraddizione con la dottrina cattolica. Un segnale di apertura che rende la vicenda spirituale un fenomeno che non può più essere ignorato, ma che necessita di un discernimento continuo e approfondito.
Nel panorama editoriale si distingue il libro «Medjugorje. Un’indagine. La mia via per il Paradiso, sola andata» di Riccardo Caniato, giornalista e editore che ha dedicato gran parte del suo lavoro allo studio delle apparizioni mariane contemporanee, concentrandosi in particolare su Medjugorje. Caniato arriva a questa esperienza quasi per caso, ma ne diventa un appassionato studioso, portando avanti un’analisi rigorosa e basata su testimonianze dirette.
Nel suo volume, Caniato non si limita a raccontare gli eventi ma condivide anche il proprio percorso di conversione personale, dando voce a una dimensione intima e spirituale che amplia la comprensione del fenomeno. L’autore sottolinea che il nihil obstat non è un’approvazione definitiva delle apparizioni, ma una dichiarazione della Chiesa che non vi è nulla di contrario alla fede e alla morale, aprendo così la strada a una libera adesione dei fedeli.
Parallelamente alla crescita del fenomeno Medjugorje, eventi come il Festival dei Giovani contribuiscono a mantenere viva la tradizione spirituale e a promuovere valori fondamentali quali l’inclusione, la sostenibilità e la responsabilità sociale. Organizzato in varie regioni italiane, con particolare rilievo per la Toscana che si distingue nel medagliere nazionale, il festival rappresenta un’occasione di incontro intergenerazionale, dove studenti, famiglie, insegnanti, aziende e istituzioni si confrontano in un dialogo costruttivo.
Questa manifestazione si configura come un laboratorio di futuro, in cui i giovani vengono stimolati a sviluppare una coscienza critica e solidale, imparando a prendersi cura di sé e degli altri attraverso la comprensione delle emozioni e la valorizzazione della diversità. Si tratta di un momento cruciale per la formazione di una società più equa e attenta ai bisogni collettivi, in linea con gli insegnamenti di pace e amore che emergono anche dai messaggi mariani di Medjugorje.
I sei veggenti di Medjugorje, ormai adulti, continuano a svolgere un ruolo centrale nella diffusione dei messaggi attribuiti alla Madonna. La loro testimonianza diretta è fonte di ispirazione per milioni di pellegrini che ogni anno visitano il santuario, rendendo Medjugorje uno dei luoghi di culto mariano più frequentati al mondo.
La loro esperienza si inserisce in un contesto di profonda spiritualità, ma anche di confronto con le istituzioni ecclesiastiche, che hanno sempre mantenuto una posizione prudente e rigorosa. Oggi, con il riconoscimento del culto pubblico e il rilascio del nihil obstat, si apre una nuova fase di dialogo e accoglienza, che potrebbe favorire un ulteriore approfondimento teologico e pastorale.
Il contributo di figure come padre Serafino Tognetti, monaco della Comunità dei Figli di Dio, testimonia come l’esperienza di Medjugorje abbia generato conversioni e ritorni a Dio anche in ambiti diversi da quello strettamente legato alle apparizioni. Padre Tognetti racconta la sua prima visita nel 1984, quando giovane universitario si trovò coinvolto in un’atmosfera di preghiera intensa e partecipata, che lo portò a decidere di intraprendere la vita monastica e sacerdotale.
Questi racconti individuali si intrecciano con la dimensione collettiva del fenomeno, confermando la capacità di Medjugorje di agire da catalizzatore di spiritualità autentica e di rinnovamento personale. Nel contesto attuale, dove le sfide sociali e culturali richiedono risposte di speranza e unità, il messaggio dei veggenti e la loro testimonianza assumono un valore ancora più significativo, contribuendo a costruire ponti tra le diverse generazioni e sensibilità.