testimonianza di Diana Basile

A Medjugorje una guarigione istantanea.

Questa testimonianza è stata raccolta a Milano il 5 luglio 1984 dai medici Dr. L. Frigerio, Dr. A. Maggioni, Dr. G. Pifarotti e Dr. D. Maggioni presso gli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano ed è contenuta con ulteriori particolari nel “Dossier Scientifico su Medjugorje” a cura del Dr. G. Mattalia
Basile Diana, anni 43, nata a Piataci (Cosenza) il 25/10/40. Scolarità: terzo anno Segretaria di Azienda. Professione: Impiegata. La Sig.a Basile è sposata ed è madre di 3 figli.
I primi sintomi della malattia si sono manifestati nel 1972: disgrafia mano destra, tremori attitudinali (impossibilità a scrivere e mangiare) e cecità completa dell’occhio destro (nevrite ottica retrobulbare).
Novembre 1972: ricovero a Gallarate presso il Centro della Sclerosi Multipla Diretto dal Prof. Cazzullo dove viene confermata la diagnosi di Sclerosi Multipla.
La malattia provoca una assenza dal posto di lavoro per 18 mesi.
Visita Collegiale del Dr. Riva (Neurologo del CTO) e del Prof. Retta (Primario fisiatra del CTO) favorevoli alla sospensione di qualsiasi attività lavorativa per invalidità.
A seguito delle pressanti richieste della paziente per non essere completamente allontanata dall’attività lavorativa, la Sig.a Basile veniva reintegrata in servizio con mansioni ridotte (trasferimento dal reparto di Radiologia alla Segreteria Sanitaria). La paziente aveva difficoltà alla deambulazione e al raggiungimento del posto di lavoro (andatura a gambe divaricate, senza flessione del ginocchio destro). Praticamente impossibile era l’utilizzo della mano destra e dell’arto superiore destro per qualsiasi lavoro. Utilizzava l’arto superiore destro solo in estensione, come appoggio e per tale ragione probabilmente non si era verificata ipotrofia della muscolatura dell’arto.
Una grave forma di incontinenza urinaria si era manifestata già dal 1972 (incontinenza totale) con dermatosi perineale. La paziente era state precedentemente trattata, fino al 1976, con ACTH, Imuran e Decadron.
Dopo un viaggio a Lourdes nel 1976, pur persistendo l’amaurosi dell’occhio destro, si era verificato un miglioramento della situazione motoria. Tale miglioramento aveva indotto alla sospensione di ogni terapia fino all’Agosto del 1983. Dopo l’estate del 1983 le condizioni generali della paziente erano rapidamente peggiorate (incontinenza urinaria totale, perdita dell’equilibrio e del controllo motorio, tremori etc.)
Nel Gennaio 1984 le condizioni psico-fisiche della paziente erano ulteriormente scadute (grave crisi depressiva). Visita domiciliare del Dott. Caputo (Gallarate) che certificava l’avvenuto peggioramento e consigliava l’esecuzione di una eventuale terapia iperbarica (mai eseguita).
Un collega di lavoro della paziente, il Sig. Natalino Borghi (Infermiere Professionale del Day Hospital del CTO) invitava successivamente la Sig. Basile ad un pellegrinaggio a Medjugorje (Jugoslavia) organizzato da Don Giulio Giacometti della Parrocchia S. Nazaro di Milano.
La Sig.a Basile dichiara: «mi trovavo ai piedi degli scalini, presso l’altare della chiesa di Medjugorje, il giorno 23 Maggio 1984. La Sig.a Novella Baratta di Bologna (Via Calzolerie, 1) mi ha aiutato a salire i gradini, prendendomi per il braccio. Quando mi sono trovata là non volevo più entrare nella sagrestia con i veggenti. Ricordo che un signore in lingua francese mi diceva di non muovermi da quel punto. In quel momento la porta è stata aperta e sono entrata nella sagrestia. Mi sono inginocchiata dietro la porta, poi sono entrati i veggenti in attesa dell’apparizione. Quando questi ragazzi si sono inginocchiati contemporaneamente, come spinti da una forza, ho sentito un rumore forte. Poi non ricordo più nulla (né preghiera, né osservazione). Ricordo soltanto una gioia indescrivibile e di aver rivisto (come in un film) alcuni episodi della mia vita che avevo completamente dimenticato.
Alla fine dell’apparizione ho seguito i veggenti che si recavano verso l’altare principale della chiesa di Medjugorje. Improvvisamente camminavo dritta come tutti e mi sono inginocchiata normalmente, ma non me ne accorgevo. La Sig.a Novella di Bologna mi è venuta incontro piangendo.
Il signore francese di circa 30 anni (forse era prete perché aveva il collare ecclesiastico) era emozionato e mi ha subito abbracciata.
Il Sig. Stefano Fumagalli, consulente tessile del Tribunale di Milano (Ab. Via Zuretti, 12) che viaggiava sul mio stesso pullman, mi è venuto incontro dicendo «lei non è più la stessa persona; dentro di me chiedevo un segno ed ora lei esce di lì così cambiata».
Gli altri pellegrini che viaggiavano sullo stesso pullman della Sig.a Basile hanno subito capito che era accaduto qualcosa di molto evidente. Hanno subito abbracciato la Sig.a Basile ed erano visibilmente emozionati. Rientrando in Hotel a Liubuskj in serata la Sig.a Basile notava di essere tornata perfettamente continente, mentre la dermatosi perineale era scomparsa.
Normale è tornata la possibilità di vedere con l’occhio destro (cecità dal 1972). Il giorno dopo (24/5/84) la sig.a Basile, insieme all’infermiere sig. Natalino Borghi ha percorso a piedi il tragitto Liubuskj-Medjugorje (circa 10 km.) a piedi nudi, in segno di ringraziamento (nessuna lesione) e nello stesso giorno (Giovedì) è salita sulla montagnetta delle tre croci (luogo delle prime apparizioni).
La fisioterapista Sig.a Caia del Centro Maggiolina (Via Timavo-Milano) che seguiva il caso della Sig.a Basile, quando l’ha rivista al rientro dalla Jugoslavia ha pianto per la commozione.
La Sig.a Basile ha detto: «Mentre questo accade, dentro nasce qualcosa che da la gioia… è difficile da spiegare con le parole. Se trovassi qualcuno con la mia stessa malattia di prima, piangerei perché è difficile comunicare che dentro bisogna essere veri, che non siamo fatti solo di carne, noi siamo di Dio, noi facciamo parte di Dio. E’ difficile accettare noi stessi più della malattia. La sclerosi a placche mi ha colpito a 30 anni, nel fiore dell’età, con due bambini piccoli. Ero svuotata dentro.
Io direi a un altro con la stessa malattia: vai a Medjugorje. Io non avevo speranze ma dicevo: se Dio vuole così, mi accetto così. Dio però deve pensare ai miei figli. Mi faceva soffrire il pensiero che altri dovevano fare le cose che dovevo fare io.
In casa mia ora tutti sono felici, i figli e anche il marito che era praticamente ateo. Però ha detto: dobbiamo andare là a ringraziare».
Oggi, giovedì 5 Luglio 1984, la Sig.a Diana Basile è stata visitata dagli Oculisti degli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano e l’esame del visus ha confermato una normalità visiva (10/10) a carico dell’occhio destro (precedentemente affetto da cecità), mentre la capacità visiva dell’occhio sinistro sano è di 9/10.