Pillole di Fede

Šurmanci e il ‘Gesù Misericordioso’, la vera storia da conoscere

Il Gesù Misericordioso di Medjugorje. Ecco la storia

Šurmanci – Chiesa

La vera storia dell’icona tanto amata Lia Galdiolo “Iconografa di Padova” nel 1982 dipinse un quadro di Gesù Misericordioso su lamina dorata alta 2 metri: per un sacerdote di una Chiesa vicino a Padova.


Quel quadro fu molto sofferto da lei, perché suo marito morì per un tumore alla testa.

Lia pregava e digiunava e, prima di dormire, aveva delle locuzioni nel cuore che le dicevano: “Questo quadro deve andare a Medjugorje, in processione”.


Lei non capiva, continuava a dipingere, ma non riusciva a finire il viso e gli occhi.

Arriva la notizia di una visita di Giovanni Paolo II a Padova. Lia guarda l’icona, parla con Gesù e gli dice: “Fa’ che riesca a finire il viso e che il Papa passi davanti a casa mia e si fermi a benedire il quadro. Allora crederò che l’icona andrà a Medjugorje”.


Il Papa si sente male all’aeroporto, siamo nel 1982, un anno dopo l’attentato a Piazza San Pietro. Lia, finisce il quadro, il Papa passa davanti a casa sua, lo vede e chiede chi l’abbia dipinto, lo benedice, benedice anche Lia e le chiede di dipingerne uno più piccolo per Lui. Lia glielo portò a Roma.

Il sacerdote, che acquistò il quadro, morì e questo finì da Don Renato Tissot, a Trento che aveva un gruppo di preghiera sulla Divina Misericordia. Ugo Festa di Vicenza, ammalato di sclerosi multipla, da molti anni in carrozzella, aveva perso 7 decimi di vista e di forza. La moglie lo portò a Roma, da Giovanni Paolo II.

Quando il Papa passò a benedire i malati, si fermò vicino a Ugo Festa, lo benedisse e gli disse di farsi portare a Trento dove c’era il quadro della Divina Misericordia.

La moglie lo portò a Trento e lo mise davanti l’icona: Ugo era molto nervoso, i presenti pregavano tutti, ed egli sentì una voce che disse: “alzati” per 3 volte.

Ugo sfidò Gesù gli disse: “Se vuoi che mi alzi, devi uscire da quel quadro e alzarmi tu”.


Gesù uscì dall’icona, si avvicinò a Ugo, lo prese per i gomiti e lo alzò. Guarì immediatamente. Don Renato Tissot vide solo la carrozzella che si muoveva. Ugo partì subito con la moglie per Calcutta ad aiutare Madre Teresa.


Don Renato, dopo il miracolo, chiamò Marija Pavlovic, pregarono tutto il giorno, era l’anno 1992.

Dopo l’apparizione, Marija disse a Don Renato: “Questo quadro deve andare a Medjugorje”. Don Renato rispose “Se lo vuole la Madonna, lo porteremo a Medjugorje”.


C’era piena guerra in Croazia e in Bosnia, navi e aerei non partivano. Non si sapeva come portarla. La sera del 23 giugno, una nave croata partiva dal porto di Ancona carica di giovani di molti paesi del mondo che andavano a Medjugorje a pregare la Madonna per la pace e l’icona partì, sistemata davanti ad una tenda rossa, sul retro di un tir.

Arrivarono a Spalato la mattina del 24 giugno dove un folto gruppo li stava aspettando. Fu celebrata la Santa Messa dal Vescovo di Spalato, Monsignor Frane Franic, con la presenza di Vicka e poi, alle ore 11, le auto, in colonna partirono per Medjugorje. A sportelloni aperti, come un altare semovente, il tir apriva il corteo di macchine ed in processione arrivarono, a Humac.

Da lì l’icona durante la marcia della pace arrivò alla Chiesa Parrocchiale di Medjugorje e fu collocata, provvisoriamente, nella Cappella dell’Adorazione.

Šurmanci – Chiesa


Così l’icona arrivò a Medjugorje in processione, come sentiva Lia in locuzione.


Padre Slavko la nascose nella Chiesetta del piccolo cimitero di Surmanci, aveva paura che i serbi la distruggessero, dove rimase sino al 2001 circa.

Gesù dal quadro parlò ancora a Rusca (sorella di Marija) nel cimitero e le disse: “Vai dai frati a dire che sono stanco di stare in mezzo ai morti perché io sono il Dio dei vivi”.

Rusca rimase colpita dai raggi che l’icona emanava e corse dai frati per riportare ciò che Gesù aveva detto

La costruzione della Chiesetta di Surmanci avvenne dopo forti pressioni del gruppo carismatico di Trento che volevo togliere l’icona dal cimitero e portarla in un luogo più dignitoso.


Questo gruppo collaborò con preghiere ed aiuti materiali e così l’icona
trovò la sua sede definitiva nella Chiesa dedicata a Gesù Misericordioso.

Tutti i pellegrini vi vanno a pregare la Coroncina della Divina Misericordia e a celebrare la Santa Messa.

Daniele Venturi

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