Prete da una vita, testimonia tutto con il suo sacerdozio - www.medjugorje-news.it
Nel cuore della Maremma toscana, a pochi giorni dal suo centesimo compleanno, don Franco Cencioni celebra un traguardo straordinario: 75 anni di sacerdozio.
Un cammino lungo e intenso, iniziato nel dicembre del 1950 in una Italia che si rialzava dalle macerie della Seconda Guerra Mondiale e dalla lunga dittatura fascista.
Don Franco, figura storica e amatissima della diocesi di Grosseto, continua a essere un punto di riferimento per la comunità, incarnando con la sua esperienza e il suo entusiasmo la vocazione sacerdotale vissuta con passione e dedizione.
Ordinato nella chiesa di Santo Stefano a Porto Santo Stefano dal vescovo Paolo Galeazzi, don Franco iniziò immediatamente il suo ministero presso l’orfanotrofio Garibaldi di Grosseto. Nato a Boccheggiano, piccolo borgo minerario delle Colline Metallifere, figlio di minatori e primo di quattro fratelli, la sua vocazione si è sviluppata in un contesto di impegno e sacrificio. Durante la guerra, interruppe gli studi a causa dei bombardamenti, ma riprese con determinazione presso il seminario arcivescovile di Pisa e successivamente a Roma, dove conseguì la maturità classica.
Nel corso della sua lunga carriera, don Franco ha ricoperto ruoli di grande responsabilità e innovazione: parroco in diverse comunità della diocesi e per oltre trent’anni in Cattedrale, preposito del Capitolo, insegnante di religione e assistente di numerose associazioni cattoliche. Fu precursore negli anni ’50 nell’organizzazione di campeggi estivi per i giovani e promotore della prima festa di Carnevale “mista” insieme al francescano padre Ugolino Vagnuzzi, segnando una svolta importante nelle attività giovanili della diocesi.
Interpellato su chi sia Gesù alla soglia dei cento anni, don Franco risponde con una riflessione profonda: «Uno specchio». Gesù, spiega, «è lo specchio che non ti inganna: ti mostra la verità, ma sempre con misericordia». Questa immagine sintetizza il suo modo di vivere la fede: un continuo confronto con il proprio cammino, con le gioie e le difficoltà, con ciò che è stato e ciò che diventa ogni giorno. «Mi preparo a guardarlo senza più veli, sarà il volto nel quale spero di perdermi per sempre», confida.
Il suo impegno non si è limitato alla cura spirituale, ma si è esteso alla tutela della memoria storica e culturale della diocesi. Dal 1999 è a capo dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici, incarico che svolge con passione, salvaguardando opere e archivi preziosi, testimoni del passato e della fede locale.
La testimonianza di don Franco Cencioni – www.medjugorje-news.it (photo: maremma oggi)
Nonostante l’età avanzata, don Franco mantiene una mente lucida e una curiosità vivace. La sua vita è stata segnata da una costante disponibilità verso gli altri, unita a un temperamento forte e deciso. La città di Grosseto ha più volte riconosciuto il suo contributo, conferendogli la civica benemerenza e scegliendolo come testimonial durante la campagna vaccinale anti-Covid, simbolo di fiducia e vicinanza alla comunità.
Nel giorno della celebrazione in Cattedrale, presieduta dal vescovo Bernardino Giordano e alla presenza di numerosi sacerdoti, don Cencioni ha rivolto un accorato invito ai confratelli: «State tra la gente, fate vita comune con la nostra comunità, chiedendo al Signore di poterlo rappresentare al meglio nelle vostre vite». Un messaggio che racchiude l’essenza del suo ministero: un sacerdote vicino, autentico e radicato nel territorio, esempio di una fede vissuta con umiltà e coraggio.