Come si diventa santi? Il percorso - www.medjugorje-news.it (photo: cooperatores-veritatis.org)
La beatificazione rappresenta un momento fondamentale nella tradizione della Chiesa cattolica, un riconoscimento ufficiale della santità di un defunto e della sua capacità di intercedere presso Dio per i fedeli.
Questo processo, rigoroso e articolato, testimonia il cammino spirituale e l’eredità lasciata da chi ha vissuto con virtù eroiche o ha compiuto un sacrificio supremo.
Storicamente, la Chiesa contemplava tre vie principali per la beatificazione: il martirio, la dimostrazione di virtù eroiche e la cosiddetta beatificazione equipollente, ovvero l’approvazione papale senza l’attesa di un miracolo. Tuttavia, dal 2017 si è aggiunta una “quarta via”: l’offerta della vita.
Questa nuova modalità è stata introdotta tramite la Lettera apostolica in forma di Motu Proprio Maiorem hac dilectionem, pubblicata dall’Osservatore Romano e spiegata dall’arcivescovo Marcello Bartolucci.
Il documento riconosce l’eroica testimonianza cristiana di chi dona liberamente la propria vita per amore, distinguendola dal martirio diretto o dalle virtù eroiche, e stabilisce criteri precisi: un’offerta libera e consapevole della vita in vista di una morte certa, una connessione evidente tra questa offerta e la morte prematura, un esercizio ordinario delle virtù cristiane e la fama di santità che si consolida anche dopo la morte. Come per le altre vie, è necessario un miracolo attribuito all’intercessione del Servo di Dio.
Monsignor Ennio Apeciti, responsabile del Servizio diocesano per le Cause dei santi, illustra il percorso canonico per il riconoscimento della beatificazione, che si articola in una fase diocesana e una successiva fase romana.
Il processo parte dalla fama di santità riconosciuta dal Popolo di Dio o da gruppi devoti che ne sollecitano il vescovo. Il vescovo, dopo aver ottenuto il consenso dai colleghi della propria regione ecclesiastica e dalla Santa Sede, nomina un delegato e un consigliere per supervisionare l’inchiesta.
Vengono istituite due commissioni: una di storici, incaricata di raccogliere documenti e testimonianze sulla vita del candidato, e una di teologi, che valuta la conformità del suo pensiero alla dottrina cristiana e la ricchezza spirituale. Successivamente, si ascoltano almeno cinquanta persone che hanno conosciuto il Servo di Dio per confermare la sua santità e la devozione popolare.
Tutto il materiale raccolto viene trasmesso alla Congregazione delle Cause dei Santi a Roma, dove si effettua una verifica approfondita. Se il valore della Positio – la sintesi documentale del caso – è confermato da storici, teologi e membri della congregazione, la causa viene presentata al Papa. Solo il Pontefice può concedere il titolo di Venerabile.
Il riconoscimento di un miracolo è imprescindibile per la beatificazione. L’evento miracoloso, spesso una guarigione inspiegabile, viene analizzato da una commissione di medici esperti, che ne valutano la straordinarietà e l’assenza di spiegazioni scientifiche. Dopo il parere medico, seguono ulteriori giudizi da parte di teologi, vescovi e cardinali.
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Con un secondo miracolo verificato, il beato può essere proclamato Santo attraverso la canonizzazione. Monsignor Apeciti sottolinea la differenza tra i due titoli: il Beato è colui che si ritiene già nella piena comunione con Dio, mentre il Santo è un modello universale di vita cristiana, canonizzato come esempio da seguire per tutta la Chiesa.
Questo complesso iter, che unisce l’impegno umano e la verifica della grazia divina, testimonia l’attenzione della Chiesa nel riconoscere con rigore e fede la santità vissuta da uomini e donne nel corso dei secoli.