I Veggenti

Padre Jozo e la protezione dei veggenti: “Ho sentito una voce, vai e proteggi i bambini”

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Medjugorje: il riconoscimento ecclesiastico e il dibattito sulle apparizioni

Il piccolo paese di Medjugorje, in Bosnia ed Erzegovina, è diventato celebre a livello mondiale per le apparizioni mariane che coinvolgono sei veggenti dal 1981. Dopo anni di indagini, la Chiesa cattolica ha mantenuto un atteggiamento prudente ma progressivamente aperto. Nel 2014, la Commissione internazionale d’inchiesta vaticana, istituita da papa Benedetto XVI, ha giudicato le apparizioni «probabilmente autentiche». Nel settembre 2024, il Dicastero per la Dottrina della fede ha emesso un documento ufficiale, “La Regina della Pace”, che approva il culto pubblico della Madonna a Medjugorje, riconoscendo gli abbondanti frutti spirituali prodotti nel santuario, pur senza pronunciarsi definitivamente sulla natura soprannaturale degli eventi.

Questa svolta ecclesiastica ha riacceso l’interesse intorno alle testimonianze raccolte da Riccardo Caniato nel suo libro “Medjugorje. Un’indagine. La mia via per il Paradiso, sola andata”, pubblicato da Il Timone. Caniato, giornalista ed editore, racconta la sua personale esperienza di conversione e il percorso di studio delle apparizioni mariane. Nel volume si sottolinea come il “nihil obstat” ecclesiastico rappresenti un riconoscimento importante, che libera i fedeli dal dubbio e consente loro di vivere pienamente il messaggio spirituale legato a Medjugorje. La prefazione di padre Serafino Tognetti, monaco della Comunità dei figli di Dio, evidenzia come questo fenomeno continui a generare conversioni e ritorni alla fede, anche a distanza di decenni.

I Veggenti nella Cappella Sistina: arte e simbolismo di Michelangelo

Tra le opere più emblematiche del Rinascimento italiano, la serie degli affreschi dei Veggenti nella volta della Cappella Sistina rappresenta un capolavoro di arte e teologia. Realizzati da Michelangelo Buonarroti tra il 1508 e il 1512, questi affreschi ritraggono dodici figure profetiche, composte da sei profeti e sei sibille, collocati su grandi troni architettonici ai peducci della volta.

Michelangelo li dipinse con forme vigorose e sovradimensionate, conferendo loro un’aura monumentale e una forte espressività emotiva, che va dalla calma meditazione di Zaccaria fino al furor profetico di Giona. L’artista attribuì ai corpi, anche a quelli femminili delle sibille, una muscolatura poderosa, simbolo della forza spirituale e della rivelazione divina che essi rappresentano.

Il significato teologico di questa scelta iconografica riflette l’idea rinascimentale che le sibille, pur appartenendo al mondo pagano, fossero partecipi della rivelazione divina, capaci di annunciare la venuta di Cristo. Attorno ai Veggenti si trovano inoltre putti-cariatidi che simulano altorilievi marmorei, dando dinamismo alla composizione e anticipando elementi dello stile manierista.

La collocazione dei Veggenti e delle Sibille segue un percorso simbolico che si integra con le scene centrali della Genesi e prefigura temi escatologici come il Giudizio Universale, rafforzando così il valore spirituale e artistico dell’intera decorazione della Cappella Sistina.

L’attualità di queste tematiche, tra scienza dei materiali, spiritualità e arte, testimonia la ricchezza e la complessità delle nostre radici culturali, capaci di dialogare con le sfide del presente e del futuro.

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