Medjugorje, la veggente Vicka: “Il paradiso può essere già qui sulla terra”
Il riconoscimento del culto mariano da parte della Chiesa rilancia il dibattito su fede, conversione e ruolo dei veggenti, attirando nuovi pellegrini e giovani da tutta Europa
Nel cuore dell’Europa orientale, il piccolo paese di Medjugorje continua a essere al centro di un fenomeno spirituale che da oltre quattro decenni attrae milioni di fedeli e curiosi da tutto il mondo. Le apparizioni mariane, iniziate il 24 giugno 1981, hanno coinvolto sei veggenti che da allora ricevono messaggi della Madonna, suscitando un dibattito duraturo all’interno della Chiesa cattolica e nella società civile. Nel settembre 2024, un importante passo è stato compiuto dal Dicastero per la Dottrina della Fede, che ha ufficialmente approvato il culto pubblico della Madonna di Medjugorje, riconoscendo i «abbondanti frutti spirituali» legati alla parrocchia di San Giacomo Apostolo, pur senza pronunciarsi sulla natura soprannaturale delle apparizioni. Questo riconoscimento, accompagnato dal cosiddetto nihil obstat, ha aperto un nuovo capitolo nell’interpretazione e nella diffusione del fenomeno.
I sei veggenti di Medjugorje, protagonisti delle apparizioni mariane, rappresentano la voce attraverso cui la Madonna continua a trasmettere messaggi di pace, conversione e speranza. Tra loro, storie personali di fede e trasformazione sono ampiamente documentate e testimoniate. Riccardo Caniato, giornalista e editore, ha dedicato al fenomeno un’approfondita indagine nel libro Medjugorje. Un’indagine. La mia via per il Paradiso, sola andata, pubblicato nel 2024. Nel volume, Caniato racconta non solo le testimonianze raccolte, ma anche il proprio percorso di conversione personale iniziato proprio grazie alla vicinanza con i veggenti e i pellegrini.
Il nihil obstat ecclesiastico, di cui parla ampiamente Caniato, rappresenta un segnale importante nel processo di discernimento della Chiesa: significa che, dopo attente verifiche, non sono stati riscontrati elementi contrari alla dottrina e alla morale cattolica, lasciando dunque ai fedeli la libertà di accogliere e vivere i messaggi di Medjugorje. Questo riconoscimento ha favorito una nuova stagione di attenzione verso un fenomeno che, per oltre quarant’anni, è stato oggetto di sospetti e cautela. Padre Serafino Tognetti, monaco della Comunità dei Figli di Dio, nella prefazione al libro di Caniato, sottolinea come Medjugorje rappresenti una realtà capace di generare profonde conversioni e ritorni a Dio, indipendentemente dal livello di accettazione personale.
Medjugorje, prima del 1981, era un borgo quasi sconosciuto della Croazia, inserito in un contesto storico e politico complesso, che ha visto negli anni successivi un aumento esponenziale di pellegrinaggi. La Chiesa cattolica ha mantenuto un atteggiamento prudente, istituendo una commissione internazionale d’inchiesta nel 2008 sotto papa Benedetto XVI, che nel 2014 ha definito le apparizioni «probabilmente autentiche». La decisione del 2024 di concedere il nihil obstat ha segnato una svolta, comunque ben bilanciata dal fatto che non è stata ancora riconosciuta ufficialmente la natura soprannaturale degli eventi.
Il Dicastero per la Dottrina della Fede, nel documento intitolato La Regina della Pace. Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje, ha evidenziato l’importanza degli «abbondanti frutti spirituali» che le apparizioni hanno prodotto, soprattutto nel campo della preghiera, della conversione personale e della vita comunitaria nella parrocchia di San Giacomo Apostolo, affidata alla custodia dei frati minori.
Parallelamente al crescente interesse per Medjugorje, si sviluppa in Italia e in Europa un movimento giovanile ispirato ai valori di pace e dialogo promossi dal messaggio mariano. Il Festival dei Giovani rappresenta oggi un momento di incontro e riflessione in cui studenti, docenti, famiglie, aziende e istituzioni si confrontano su tematiche fondamentali come sostenibilità, innovazione e inclusione.
Il Festival, che ha visto la Toscana primeggiare nel medagliere regionale per la partecipazione, si propone come un laboratorio di crescita personale e collettiva, in cui le nuove generazioni possono esprimere la propria voce e contribuire attivamente alla costruzione di un futuro equilibrato e responsabile. La pratica dell’inclusione, infatti, non è soltanto un principio teorico, ma una realtà concreta che permette a ciascuno di sentirsi protagonista del cambiamento sociale e spirituale in atto.
L’idea di “veggenti” ha radici profonde nella cultura occidentale e nell’arte sacra. Un esempio celebre è quello dei Veggenti dipinti da Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina tra il 1508 e il 1512. Questi profeti e sibille sono rappresentati con forza e monumentalità, posti su troni architettonici fra putti e fregi marmorei, e incarnano la tensione spirituale fra il mondo terreno e la rivelazione divina.
L’opera di Michelangelo, con la sua intensa carica simbolica, sottolinea come la figura del veggente sia da sempre associata a un ruolo di mediatori tra Dio e l’umanità, un tema che si riflette anche nell’esperienza contemporanea di Medjugorje, dove i veggenti sono portatori di messaggi che invitano alla conversione e alla pace.
L’attenzione crescente verso Medjugorje, i suoi veggenti e le comunità spirituali legate al fenomeno, così come il coinvolgimento di giovani in eventi come il Festival dei Giovani, evidenziano una vivace tensione tra tradizione e contemporaneità, fede e cultura, che continua a permeare il dibattito pubblico e ecclesiastico. Il riconoscimento ecclesiastico del culto mariano di Medjugorje, pur nella prudenza, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per chi cerca una via di spiritualità accessibile e ispiratrice.