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Il riconoscimento ufficiale della Chiesa al culto pubblico di Medjugorie rafforza il ruolo del santuario come meta di pellegrinaggio e centro di dialogo spirituale europeo

Nel cuore dell’Europa, Medjugorie continua a rappresentare un punto di riferimento spirituale e di profonda riflessione per fedeli e studiosi delle apparizioni mariane. Dopo decenni di dibattiti e indagini, il fenomeno dei sei veggenti croati ha ricevuto nel settembre 2024 un importante riconoscimento da parte della Chiesa cattolica, con il documento ufficiale del Dicastero per la Dottrina della Fede che approva il culto pubblico della Madonna di Medjugorie e riconosce gli “abbondanti frutti spirituali” legati alla parrocchia di San Giacomo Apostolo, affidata ai frati minori. Questo passaggio ha segnato una svolta nel percorso di discernimento ecclesiastico, senza tuttavia pronunciarsi sull’effettiva natura soprannaturale degli eventi.

L’evoluzione del riconoscimento ecclesiastico e il “Nihil obstat”

Sin dalla prima apparizione del 24 giugno 1981, Medjugorie era un piccolo villaggio quasi sconosciuto, divenuto celebre per le presunte manifestazioni mariane a sei giovani veggenti. La cautela della Chiesa nei confronti di fenomeni sovrannaturali di tale portata ha portato a lunghe e approfondite indagini. Già nel 2014, la Commissione internazionale istituita da papa Benedetto XVI aveva espresso un giudizio favorevole, ritenendo le apparizioni “probabilmente autentiche”.

Il documento del 19 settembre 2024, intitolato “La Regina della Pace. Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorie”, ha formalmente autorizzato il culto pubblico, riconoscendo i benefici spirituali che la devozione ha generato in milioni di fedeli. Questa decisione è stata accolta come una conferma importante, anche se la Chiesa mantiene prudenza sul giudizio definitivo relativo alla natura soprannaturale di tali eventi.

Riccardo Caniato, giornalista e autore del libro «Medjugorje. Un’indagine. La mia via per il Paradiso, sola andata», ha approfondito il cammino di fede e il contesto storico di queste apparizioni, offrendo una testimonianza che integra il vissuto personale con il quadro teologico e pastorale. Nel suo volume, Caniato spiega come il “Nihil obstat” rappresenti un’autorizzazione ecclesiastica che libera i fedeli dal vincolo del dubbio dottrinale e morale, permettendo loro di credere e vivere pienamente il messaggio trasmesso dalla Madonna attraverso i veggenti.

I protagonisti e la loro testimonianza spirituale

I sei veggenti, divenuti figure simbolo di questo fenomeno, continuano a essere al centro dell’attenzione sia dei pellegrini sia degli studiosi. La loro esperienza si intreccia con la vita quotidiana di Medjugorie, che oggi è una meta di pellegrinaggio internazionale. Accanto a loro, emergono testimonianze significative, come quella di padre Serafino Tognetti, monaco della Comunità dei Figli di Dio, che nella prefazione del libro di Caniato sottolinea l’impatto spirituale di Medjugorie sul suo cammino personale: «Il fenomeno crea conversioni e ritorno a Dio», afferma, ricordando il suo primo viaggio nel 1984, quando venne colpito dal clima di preghiera e dalla profonda fede della comunità locale.

Il racconto di padre Tognetti evidenzia come la spiritualità che si respira a Medjugorie vada oltre la semplice esperienza visiva o sensoriale delle apparizioni, coinvolgendo una trasformazione interiore che ha segnato numerose vite. Questi aspetti sono fondamentali per comprendere il valore del riconoscimento ecclesiastico e il perché il culto pubblico sia stato finalmente approvato.

Medjugorie nel contesto contemporaneo: un modello di dialogo e inclusione

Oggi Medjugorie si inserisce in un più ampio scenario di dialogo intergenerazionale e culturale che vede protagonisti giovani, famiglie, istituzioni e comunità religiose. Questo dialogo è fondamentale per affrontare temi centrali come la sostenibilità, la responsabilità sociale e la crescita spirituale in un mondo sempre più complesso. Proprio in questo contesto, il messaggio di Medjugorie assume una valenza universale, invitando a scelte consapevoli e a una vita improntata alla cura di sé e degli altri.

Parallelamente, l’esperienza spirituale dei veggenti di Medjugorie si inserisce in una tradizione più ampia di apparizioni mariane e di figure profetiche, simboleggiate anche da opere d’arte come i Veggenti di Michelangelo nella Cappella Sistina, che rappresentano profeti e sibille portatori di messaggi divini. Sebbene il contesto storico e artistico sia differente, la connessione simbolica tra il messaggio di Medjugorie e la tradizione cristiana della profezia e della rivelazione è significativa.

In questo quadro, il lavoro di approfondimento e divulgazione svolto da autori come Riccardo Caniato è essenziale per offrire ai fedeli e agli studiosi strumenti di comprensione e riflessione, contribuendo a una maggiore consapevolezza e partecipazione al fenomeno.

Medjugorie, con la sua storia di fede e conversione, continua quindi a rappresentare una finestra aperta sull’eternità, un luogo dove la dimensione spirituale si intreccia con la realtà quotidiana, offrendo a chi si avvicina nuove prospettive di speranza e di rinnovamento personale.

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Redazione