Medjugorje, messaggio ai fedeli: “Mio figlio ritorna vivente in mezzo a voi”
Il riconoscimento ufficiale del culto pubblico rafforza il ruolo di Medjugorje come meta spirituale globale, tra testimonianze di fede, conversioni e dialogo intergenerazionale
Nel cuore della Bosnia-Erzegovina, il piccolo paese di Medjugorje continua a essere un punto di riferimento spirituale di portata internazionale, grazie alle celebri apparizioni mariane che dal 1981 coinvolgono sei veggenti. Dalla prima manifestazione del 24 giugno 1981, Medjugorje è cresciuto da anonimo villaggio a meta di pellegrinaggio globale, attirando l’attenzione di fedeli, studiosi e autorità ecclesiastiche. Il 19 settembre 2024, un passo importante ha segnato la storia del luogo: il Dicastero per la Dottrina della Fede ha ufficialmente approvato il culto pubblico della Madonna di Medjugorje, riconoscendo gli «abbondanti frutti spirituali» derivanti dall’esperienza di fede, pur senza pronunciarsi sulla natura soprannaturale delle apparizioni.
Il pronunciamento del Dicastero per la Dottrina della Fede rappresenta una svolta significativa nella lunga e complessa vicenda ecclesiastica legata a Medjugorje. Il documento “La Regina della Pace. Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje” sancisce la legittimità del culto pubblico, confermando l’importanza spirituale delle apparizioni per la comunità dei fedeli. Tale decisione segue anni di indagini approfondite, tra cui quella della Commissione internazionale d’inchiesta istituita nel 2008 da papa Benedetto XVI, che nel 2014 aveva giudicato le apparizioni «probabilmente autentiche».
Giovanni Paolo II, in passato, aveva già espresso un sentimento profondo verso Medjugorje, dichiarando: «Se non fossi Papa, sarei a Medjugorje a confessare ogni giorno i pellegrini». Queste parole hanno anticipato il riconoscimento formale giunto più recentemente, che pur non attestando direttamente la soprannaturalità degli eventi, ne valorizza l’impatto spirituale e pastorale.
A raccontare la vicenda con un approccio giornalistico e personale è Riccardo Caniato nel suo libro «Medjugorje. Un’indagine. La mia via per il Paradiso, sola andata», pubblicato da Il Timone. Caniato, giornalista ed editore, ha dedicato gran parte del suo lavoro alla ricerca e alla divulgazione dei fenomeni mariani più recenti, tra cui le apparizioni di Bonate, Civitavecchia, Kibeho e, naturalmente, Medjugorje.
Nel testo, l’autore presenta non solo una raccolta di testimonianze dirette sui veggenti e i messaggi della Madonna, ma anche il proprio percorso di fede e conversione, nato proprio dall’incontro con questo luogo di preghiera. Caniato spiega il significato del “nihil obstat” ecclesiastico: “significa che l’autorità della Chiesa, non rinvenendo nulla di contrario alla dottrina e alla morale, con questo giudizio rende i fedeli liberi di credere e di vivere il messaggio”.
Il libro si inserisce nelle nuove linee guida del Dicastero per la Dottrina della Fede, che invitano a valorizzare i frutti spirituali prodotti da eventi di questo tipo, riflettendo su conversioni, preghiera e rinnovamento nella vita cristiana.
Nella prefazione del volume, padre Serafino Tognetti, monaco della Comunità dei figli di Dio fondata da don Divo Barsotti, offre una testimonianza diretta di ciò che Medjugorje rappresenta per molti pellegrini. Arrivato per la prima volta nel 1984, il sacerdote ricorda come la vita religiosa e la preghiera collettiva trasformarono il suo sguardo sulla fede.
“Il fenomeno Medjugorje crea conversioni e ritorno a Dio”, sottolinea Tognetti, che parla di un’esperienza spirituale autentica e profonda, capace di incidere sulle vite delle persone in modo duraturo. La sua testimonianza mette in luce un aspetto fondamentale: al di là delle controversie teologiche o storiche, il luogo genera un clima di preghiera che si traduce in pratiche di fede vissute quotidianamente da migliaia di persone.
Oltre alla valenza religiosa, Medjugorje si inserisce nel più ampio contesto degli eventi giovanili e culturali che coinvolgono le nuove generazioni. Simili iniziative, come il Festival dei Giovani, puntano a creare momenti di incontro tra studenti, famiglie, istituzioni e aziende, favorendo il dialogo e la crescita personale. La Toscana, ad esempio, si è distinta come regione leader nel medagliere di questo festival, testimonianza dell’impegno diffuso nel promuovere valori quali sostenibilità, innovazione e responsabilità.
Medjugorje si configura dunque non solo come un luogo di pellegrinaggio, ma come una finestra aperta sull’eternità e sulla capacità di costruire comunità basate sulla condivisione e sull’inclusione, temi cardine del messaggio che i veggenti continuano a trasmettere.