Il riconoscimento della Chiesa rilancia Medjugorie come meta di pellegrinaggio e riflessione spirituale, tra testimonianze dei veggenti e nuove sfide per i giovani
ìIl fenomeno di Medjugorie continua a suscitare interesse e dibattito a livello mondiale, soprattutto dopo il recente riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa cattolica. A più di quarant’anni dalle prime apparizioni avvenute nel 1981, il piccolo paese della Croazia è diventato un punto di riferimento spirituale per milioni di fedeli, grazie ai messaggi trasmessi dai sei veggenti e alla profonda trasformazione spirituale che essi veicolano.
La svolta ecclesiastica: il «Nihil obstat» per Medjugorie
Dopo decenni di studi e indagini, la posizione della Santa Sede verso le apparizioni di Medjugorie ha subito una significativa evoluzione. Nel settembre 2024, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha emesso un documento, intitolato «La Regina della Pace. Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorie», che autorizza ufficialmente il culto pubblico della Madonna nel santuario di San Giacomo Apostolo, affidato ai frati minori. Questo pronunciamento riconosce gli «abbondanti frutti spirituali» generati dal luogo, pur mantenendo una posizione prudente rispetto all’autenticità soprannaturale degli eventi.
Questo passo rappresenta un punto di svolta nella storia del riconoscimento ecclesiastico, che per anni aveva mantenuto un atteggiamento di grande cautela. La Commissione internazionale d’inchiesta vaticana, istituita da papa Benedetto XVI nel 2008, aveva già nel 2014 giudicato le apparizioni «probabilmente autentiche». A ciò si aggiunge il ricordo delle parole di Giovanni Paolo II, che aveva dichiarato: «Se non fossi Papa, sarei a Medjugorie a confessare ogni giorno i pellegrini», sottolineando così la rilevanza spirituale del luogo.
I protagonisti: i veggenti di Medjugorie e il loro ruolo
I sei veggenti, giovani che nel 1981 videro la Madonna, sono divenuti figure centrali nella diffusione dei messaggi di pace, conversione e preghiera. La loro testimonianza, raccolta e analizzata da studiosi come Riccardo Caniato, giornalista e autore del libro «Medjugorje. Un’indagine. La mia via per il Paradiso, sola andata», rappresenta una fonte preziosa per comprendere l’impatto spirituale e sociale delle apparizioni.
Caniato, che ha iniziato il suo percorso a Medjugorie quasi per caso, si è poi dedicato con passione allo studio delle apparizioni mariane contemporanee, includendo anche eventi come quelli di Bonate, Civitavecchia e Kibeho. Nel suo libro, l’autore espone anche il significato del «nihil obstat», termine tecnico ecclesiastico che indica l’assenza di ostacoli dottrinali e morali alla diffusione di un messaggio, lasciando così libero il fedele di accoglierlo o meno.
La prefazione del volume è firmata da padre Serafino Tognetti, monaco della Comunità dei Figli di Dio, che ha vissuto personalmente l’esperienza di Medjugorie dal 1984. Nel suo racconto, emerge come il fenomeno Medjugorie abbia determinato conversioni profonde e un ritorno autentico a Dio, attraverso la preghiera e la vita comunitaria.
L’arte della profezia: i Veggenti nella Cappella Sistina di Michelangelo
Parallelamente al racconto contemporaneo, il termine veggenti richiama anche la tradizione artistica e teologica rinascimentale, incarnata dalla celebre serie di affreschi di Michelangelo nella volta della Cappella Sistina. Tra il 1508 e il 1512, il maestro fiorentino dipinse dodici Veggenti, tra profeti biblici e sibille pagane, figure che simboleggiano la rivelazione divina e la profezia della venuta di Cristo.
Questi personaggi sono rappresentati con forme vigorose e monumentali, seduti su troni architettonici, accompagnati da giovani assistenti e putti che sostengono finte targhe con i loro nomi. La scelta di Michelangelo di accostare profeti e sibille riflette la teologia rinascimentale che attribuiva alle sibille, pur appartenenti al mondo pagano, il ruolo di annunciatrici della salvezza futura.
L’ordine delle figure, che va da Zaccaria a Giona, crea un crescendo emotivo e simbolico, culminando nel furor profetico di quest’ultimo. L’arte di Michelangelo anticipa anche sviluppi stilistici manieristi, evidenziando torsioni e movimenti dinamici nei putti-cariatidi che decorano gli altorilievi dipinti.
Giovani e spiritualità: il Festival dei Giovani come spazio di dialogo
Nel contesto attuale, l’interesse per temi di spiritualità e valori religiosi si incrocia con iniziative culturali e sociali come il Festival dei Giovani. Questo evento, che si svolge in varie regioni italiane, tra cui la Toscana, promuove l’incontro tra generazioni diverse – studenti, famiglie, docenti e istituzioni – favorendo un dialogo aperto sulle sfide del futuro.
Il Festival si concentra su valori come la sostenibilità, l’inclusione, la responsabilità e l’innovazione, elementi fondamentali per costruire una società più giusta e consapevole. In questo scenario, la crescita personale e spirituale dei giovani assume un ruolo centrale, con particolare attenzione alla capacità di comprendere e gestire le emozioni, vivere in salute e coltivare empatia e coraggio nella diversità.
L’intreccio tra la dimensione spirituale, rappresentata da Medjugorie e dalle apparizioni mariane, e quella sociale, incarnata dal Festival dei Giovani, testimonia l’attualità di un percorso di fede e impegno che coinvolge nuove generazioni alla ricerca di senso e verità.
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