Medjugorje, la Croce Blu: storia, significato e testimonianze dal simbolo della fede

Simbolo millenario di fede e redenzione, la croce attraversa culture e religioni, mentre a Medjugorje il fenomeno dei veggenti rinnova il dibattito spirituale contemporaneo

Nel cuore dell’Europa, un piccolo villaggio croato ha assunto nel tempo una rilevanza globale grazie a un fenomeno religioso che continua ad attirare milioni di fedeli e pellegrini: le apparizioni mariane di Medjugorje. Dal 1981, sei veggenti locali affermano di ricevere messaggi dalla Madonna, che si sono trasformati in un potente richiamo spirituale e culturale che coinvolge non solo i credenti ma anche la Chiesa cattolica, impegnata in un delicato processo di discernimento e riconoscimento ufficiale. Parallelamente, l’arte rinascimentale e la simbologia cristiana offrono un contesto più ampio per comprendere l’importanza di simboli come la croce e figure emblematiche quali i veggenti nella tradizione religiosa e artistica.

La Croce: simbolo universale di fede e storia

La croce è uno dei simboli più antichi e riconosciuti in tutto il mondo, con origini che risalgono a civiltà precristiane. Derivata dal latino crux, indicava originariamente uno strumento di tortura, adottato poi come icona centrale del cristianesimo. Nel cristianesimo la croce rappresenta il sacrificio di Gesù Cristo e la salvezza offerta all’umanità, diventando così un emblema di amore divino e redenzione.

La sua evoluzione come simbolo religioso è stata graduale: solo dal IV secolo d.C. si diffuse ampiamente tra i cristiani, mentre l’usanza di porla sull’altare si consolidò nel Medioevo. Interessante è il legame con antichi miti, come la leggenda dell’albero utilizzato per la Croce, che sarebbe nato da semi posti nella bocca di Adamo, simbolo di rinascita e continuità spirituale. La croce mantiene anche un significato di orientamento, sia nello spazio che nella dimensione trascendente, incarnando così una vera e propria imago mundi.

Oltre al mondo cristiano, la croce appare in molteplici culture e religioni, da quella egizia con l’ankh, simbolo di vita, fino alla presenza in numerose bandiere nazionali, come quelle scandinave o della Svizzera, nonché in emblemi internazionali come la Croce Rossa. Tuttavia, nel contesto islamico, la croce non è un simbolo sacro, poiché il Corano afferma che Gesù non morì sulla croce ma fu assunto in cielo, una dottrina che segna una netta differenza teologica.

I Veggenti di Michelangelo e Medjugorje: profezia e arte

Il concetto di veggenti ha radici antiche che si riflettono anche nell’arte rinascimentale, come testimonia la serie degli affreschi della volta della Cappella Sistina, realizzata da Michelangelo tra il 1508 e il 1512. Qui, dodici figure di profeti e sibille – definite veggenti – si ergono su troni maestosi, rappresentando la rivelazione divina e la profezia della venuta di Cristo.

Le figure, con fisicità possente e monumentalità, sono accompagnate da giovani assistenti e da putti che sostengono finte targhe marmoree, creando un crescendo emotivo e simbolico che va dalla calma meditazione alla profezia più intensa. La scelta di rappresentare anche sibille pagane testimonia il tentativo rinascimentale di integrare le diverse tradizioni profetiche in un’unica narrazione teologica.

Analogamente, i veggenti di Medjugorje incarnano una forma contemporanea di esperienza profetica, che continua a suscitare interesse e dibattito. Da un minuscolo villaggio sconosciuto nel 1981, Medjugorje è diventata una meta di pellegrinaggio internazionale, grazie ai messaggi attribuiti alla Madonna e alla testimonianza diretta dei sei veggenti.

Il riconoscimento ecclesiastico e il percorso spirituale

Dopo decenni di attente indagini, nel 2014 la Commissione internazionale d’inchiesta del Vaticano, istituita dal Papa emerito Benedetto XVI, ha definito le apparizioni di Medjugorje come “probabilmente autentiche”. Un ulteriore passo è stato compiuto il 19 settembre 2024 con il documento ufficiale del Dicastero per la Dottrina della Fede, intitolato La Regina della Pace. Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje, che ha approvato il culto pubblico della Madonna presso la parrocchia di San Giacomo Apostolo affidata ai frati minori, riconoscendo gli abbondanti frutti spirituali nati da questo luogo di preghiera, senza però esprimersi sulla natura soprannaturale delle apparizioni.

Il giornalista e editore Riccardo Caniato ha approfondito questo complesso fenomeno nel suo libro Medjugorje. Un’indagine. La mia via per il Paradiso, sola andata, pubblicato da Il Timone. Caniato racconta il proprio percorso di conversione e di studio, sottolineando come il nihil obstat ecclesiastico rappresenti un’apertura importante per i fedeli, che sono così liberi di accogliere e vivere il messaggio di Medjugorje senza timori dottrinali.

Nella prefazione, padre Serafino Tognetti, monaco della Comunità dei figli di Dio fondata da don Divo Barsotti, testimonia l’impatto trasformativo del luogo: «Il fenomeno Medjugorje crea conversioni e ritorno a Dio». La sua esperienza personale, vissuta a partire dal 1984, riflette la forza spirituale che continua a motivare pellegrini e fedeli di tutto il mondo a visitare questo santuario contemporaneo.

Medjugorje si conferma così non solo come un luogo di fede ma anche come una “finestra spalancata sull’eternità”, un crocevia di spiritualità che unisce passato e presente, arte e profezia, simboli antichi e messaggi di speranza per il futuro.

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Redazione