Mirjana racconta l’incontro con Giovanni Paolo II e il dono delle scarpe a Medjugorje
Le apparizioni di Medjugorje, l’arte sacra della Cappella Sistina e il Festival dei Giovani ad Arona: spiritualità, cultura e inclusione al centro del dibattito attuale
Negli ultimi anni, il fascino delle apparizioni mariane di Medjugorje ha continuato ad attirare l’attenzione di fedeli e studiosi, soprattutto dopo il riconoscimento ufficiale della Chiesa cattolica su alcune dimensioni spirituali del fenomeno. Parallelamente, le rappresentazioni artistiche dei veggenti nella Cappella Sistina, opera di Michelangelo Buonarroti, rimangono un simbolo di grande rilevanza religiosa e culturale, mentre eventi come il Festival dei Giovani rappresentano un importante momento di incontro generazionale e riflessione sui valori della sostenibilità e dell’inclusione.
Situato in Croazia, il paese di Medjugorje è passato dall’anonimato alla fama mondiale grazie alle apparizioni della Madonna avvenute il 24 giugno 1981 a sei veggenti locali. Nel corso dei decenni, il fenomeno è stato oggetto di numerose indagini ecclesiastiche e accademiche. Nel 2014, una commissione internazionale istituita da papa Benedetto XVI ha valutato le apparizioni come “probabilmente autentiche”, aprendo la strada a un riconoscimento più ampio.
Il 19 settembre 2024, il Dicastero per la Dottrina della Fede ha emesso il documento «La Regina della Pace. Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje», che ha ufficialmente approvato il culto pubblico della Madonna presso la parrocchia di San Giacomo Apostolo, affidata ai frati minori. Questo atto riconosce gli “abbondanti frutti spirituali” generati dall’esperienza, pur senza pronunciarsi definitivamente sulla natura soprannaturale delle apparizioni. Un passo fondamentale che ha portato a una maggiore apertura e condivisione del messaggio mariano.
Il giornalista e editore Riccardo Caniato ha approfondito questa vicenda nel suo libro «Medjugorje. Un’indagine. La mia via per il Paradiso, sola andata», pubblicato da Il Timone. Caniato, inizialmente giunto a Medjugorje “per caso”, ha poi dedicato anni di studio e riflessione alle apparizioni mariane contemporanee, intrecciando testimonianze personali e ricerche storiche. Nel suo volume, l’autore spiega il significato del “nihil obstat” ecclesiastico, ossia il giudizio che libera i fedeli dal punto di vista dottrinale e morale, permettendo loro di aderire liberamente al messaggio di Medjugorje.
La prefazione di padre Serafino Tognetti, monaco della Comunità dei figli di Dio, sottolinea proprio il carattere trasformativo di questa esperienza: “Il fenomeno Medjugorje crea conversioni e ritorno a Dio”. La spiritualità e la vita comunitaria che si respirano nel luogo, racconta, hanno profondamente segnato la sua vocazione sacerdotale e monastica.
Tra gli affreschi più celebri della Cappella Sistina, la serie dei Veggenti di Michelangelo rappresenta una sintesi perfetta tra arte rinascimentale e simbologia religiosa. Realizzati tra il 1508 e il 1512, questi affreschi decorano i peducci della volta e raffigurano profeti e sibille in posizioni monumentali su troni architettonici, accompagnati da giovani assistenti e putti reggitarga che simulano altorilievi marmorei.
Il percorso iconografico inizia con Zaccaria vicino all’ingresso e si conclude con Giona presso l’altare, creando un crescendo visivo e spirituale che riflette la tensione profetica e profonda meditazione. Michelangelo attribuì a queste figure, anche a quelle femminili come le sibille, un vigore muscolare straordinario, sottolineando l’importanza sia pagana che cristiana delle loro profezie. Nell’interpretazione rinascimentale, le sibille erano considerate analoghe ai profeti e partecipi della rivelazione divina, capaci di annunciare la venuta di Cristo.
I putti-cariatidi, presenti a coppie ai lati dei troni, aggiungono movimento e varietà alla composizione, anticipando elementi manieristi. Essi rappresentano atteggiamenti diversi, dalla lotta allo svago, e sono parte integrante del linguaggio simbolico dell’opera. L’importanza di questi affreschi è sottolineata anche dalla loro collocazione strategica nella Cappella, che dal punto di vista teologico accompagna il racconto biblico sulla Genesi e il Giudizio Universale.
A livello più contemporaneo, il Festival dei Giovani si conferma come un evento cruciale per promuovere il dialogo intergenerazionale e riflettere sulle sfide globali. Regione Toscana si distingue per il suo ruolo di leader nel medagliere dell’iniziativa, che coinvolge studenti, docenti, famiglie, imprese e istituzioni.
Il festival si propone di valorizzare l’inclusione come pratica quotidiana, dando voce a tutti i partecipanti e promuovendo un cambiamento sociale fondato su sostenibilità e responsabilità. Le tematiche affrontate riguardano la cura di sé e degli altri, la gestione delle emozioni e la costruzione di un futuro equo attraverso la contaminazione positiva tra diversità e coraggio.
Questa manifestazione rappresenta un momento di crescita collettiva che unisce esperienze e generazioni, riflettendo un impegno condiviso per un domani migliore, in linea con i valori di solidarietà e innovazione.